Valvole dell’antica Roma


I primi rubinetti archeologicamente attestati sono le "valvulae" di epoca romana. Si tratta di rubinetti del tipo “a maschio”, in cui la rotazione di un cilindro forato consente o impedisce il passaggio dell’acqua. Riteniamo interessante riprodurre alcune immagini di tali valvole in quanto si tratta di manufatti di 2.000 anni fa’ sostanzialmente molto simili alle valvole a maschio tuttora in uso nel settore enologico.

Le valvole degli antichi Romani erano di bronzo normalizzate come dimensioni, materiale e disegno. Il bronzo era ad alto tenore di piombo antifrizione (tiene senza guarnizioni), anticorrosione e duttile per facile tornitura. La formula del bronzo è codificata oggi dagli USA, con la formula ASTM B. 67. Certamente i collegia fabrorum dovevano essere scuole industriali di alto livello. La valvola era di tre pezzi: il corpo, il maschio, il fondo. Il castello alloggiava una grossa leva per azionare il maschio che aveva una forte adesione al corpo. Le valvole di notevole diametro erano costruite dalla grande industria in serie normalizzate per le condotte a pressione progettate dai centri di ingegneria.

I rubinetti romani in genere erano a maschio cilindrico, raramente conico, forse per difficoltà d'esecuzione. Il corpo ed il maschio venivano costruiti per fusione, quest'ultimo in un unico blocco con testa prismatica. Il corpo era un cilindro cavo con gli estremi allargati all'esterno, come una sorta di flangia ricurva. Le guarnizioni erano in genere di semplice stoppa o di cuoio, questo causava una maggiore difficoltà nell'aprire o chiudere il sistema. Nelle giunzioni non esistevano filettature, nonostante i romani n'erano a conoscenza. L'installazione si otteneva introducendo le bocche del rubinetto dentro il manicotto dei tubi e saldando in giro una fascia abbondante di piombo che assicurava la tenuta.

Note: - il maschio generalmente cilindrico aveva nella parte inferiore una gola incisa nelle circonferenza, il fontaniere dell’epoca colpendo il corpo valvola in corrispondenza dell’incavo ne bloccava l’eventuale estrazione.

- è inoltre interessante notare come la parte inferiore e superiore del corpo delle valvole romane ricordi il raccordo a Morsetto Garolla.


Immagini tratte da : Fassitelli E. – Tubi e valvole di Roma Antica Edizioni Petrolieri d’Italia